Sono frammenti infinitamente ricombinati e ricomposti come in un caleidoscopio, i tanti paesaggi altri, paesaggi del paesaggio, altrimenti trascurati, che Joan Nogué, studioso di geografia umana, quindi sociale e culturale ci propone al volgere di ognuno degli articoli che compongono il suo bel libro Altri paesaggi, Franco Angeli, 2010, pp. 328, € 39.00. Basta scorrere l’indice dei titoli di questi interventi, scritti in origine per i lettori di Cultura’s, supplemento del mercoledì del quotidiano spagnolo La Vanguardia, e ora contrappuntati dalle oltre cento foto in bianco e nero di Maria Rosa Russo, per cogliere fin dal tono imaginifico il carattere eterodosso del catalogo. Cartografie dell’emozione, Spazi di silenzio, L’altra metà del paesaggio (il cielo e la notte), Paesaggi sonori, olfattivi con deodorante, Micropaesaggi, Paesaggi del vento, della memoria minore, personale, paesaggi dell’infanzia, delle rovine, dell’esclusione o dell’abisso, … del retrobottega. Nell’intrecciarsi dei temi si fissano qui gli elementi di un lessico di base essenziale per ricomprendere una tale dimensione intangibile, liminare, soggettiva, nel tentativo di lettura dei paesaggi frammentati, residuali, ora più che mai, dopo l’accelerazione geometrica che negli ultimi decenni ha caratterizzato il processo di disarticolazione dei connotati, dei caratteri, e del senso dei luoghi, intralciandone ricomposizioni e narrazioni sostitutive, con la deflagrazione per soprammercato del concetto stesso di paesaggio. Una sorta di abecedario delle variabili esistenziali del paesaggio delineato da Nougé per scandagliare le profondità del vissuto dei luoghi, dei significati che li abitano. Strumento ulteriore cui ricorrere, a fianco di quelli del sapere geografico strutturato, anche nel lavoro svolto per l’Osservatorio del Paesaggio della Catalogna (da lui diretto) con i suoi Cataloghi del paesaggio. Dove, muovendo da un intento classificatorio, con obiettivi pratici, pure si adotta una visione multidimensionale, attenta a cogliere – oltre la normatività dell’informazione spaziale cartesiana, accanto a valori ecologici, storici, estetici, simbolici, identitari – la presenza dei paesaggi immateriali altri. Quelli evocati nel libro proprio per come articolano e arricchiscono una cultura del paesaggio sempre più orientata dalla consapevolezza del ruolo che esso gioca come elemento fondante del benessere individuale e sociale, fattore dirimente nel definire la qualità della nostra vita.
Nel catalogo degli Altri paesaggi, il giardino rientra nella sola variante dei Giardini commestibili e terapeutici. Giardini per differenza; ricondotti alle sperimentazioni estetiche degli orti urbani o alla loro dimensione terapeutica. Interventi di una “microarchitettura del paesaggio” più o meno innovativa, pur tuttavia da affiancare alla lettura delle tracce di quel sentire che si nutre delle emozioni del quotidiano piacere di un sapere orticolo educato al gusto e alla cura del verde (privato, familiare, scolastico, istituzionale), che si costruisce in consuetudine, emulazione, cultura e che sposa suggestioni delle arti e dei sensi nella trama di tasselli del panorama costruito dei giardini (della banalità come dell’immaginazione in atto, utopici, della memoria, dell’ozio accorto, sinestetici, di resistenza, segreti, …).
Joan Nogué, Altri paesaggi, Franco Angeli, 2010, pp. 328, € 39.00, recensito da Andrea Di Salvo su Alias 46 – Supplemento de Il Manifesto 20 novembre 2010