È con il passo lento dell’inverno, stagione del riposo che anche in giardino invita ad accogliere i segnali della natura con un’attenzione più meditata, che si avvia il manuale-memoriale, zibaldone di esperienze e sperimentazioni, considerazioni e consigli del giardiniere Maurizio Zarpellon, specializzato in erbacee perenni che osserva, accudisce, allestisce e sceneggia a partire dal suo vivaio nel fondo di una valle delle Alpi Marittime. Zarpellon ripercorre la misura degli anni in giardino in un tempo senza fretta, addentrandosi nell’inverno punteggiato di bacche superstiti, disegnato dalla trama di cortecce e gemme ricoperte dalla brina. Magari in un cantuccio, sfogliando cataloghi di piante e semi per progettare la nuova bordura, registrando intanto l’avvento dei primi fiori temerari, dai bucaneve alle pulsatille, dagli ellebori alle viole, inseguendo i profumi dell’Hamamelis, della Daphne .
Sul filo delle stagioni, le rinnovate metamorfosi di ogni essere al risveglio di primavera, lo sfavillio di luci e il richiamo dell’ombra dell’estate, i profumi e i colori del ristare dell’autunno sono occasioni per introdurre un rosario di episodi e suggestioni, ma anche indicazioni puntuali (mai pedisseque, e che sempre invitano all’interpretazione del gusto individuale) e approfondimenti.
Allora, un “Elogio della lavanda” fa da controcanto alla descrizione appassionata delle ortensie dai fiori come delicati antichi merletti o delle hosta amanti dell’ombra. Ironiche considerazioni su varietà autoctone e “razzismo botanico” sottendono la chiamata a figurare per tante protagoniste vegetali: dalle piante da nicchie e fessure, a quelle per pendenze o declivi in questa penisola scoscesa , ma anche piante eclettiche, piante nuvola, dai molteplici piccoli fiori come la vigorosa Crambe cordifolia, svettanti come la ridondante Kniphofia, pungenti come i capolini blu metallico degli Eryngium.
Un racconto per immagini (con i disegni di Cristina Girard) ci trattiene a osservare l’animazione di un prato sulla collina nell’ora che precede il temporale, mentre l’immancabile capitolo sulle rose inizia con un ricordo d’infanzia del roseto della scuola elementare della nonna bidella, appassionata giardiniera monomaniaca.
Tra esempi su come piantare in folti gruppi fioriture scalari, combinazioni e accostamenti ideali tra piante compagne, indicazioni su come raccogliere i semi dei fiori in una giornata calda e asciutta, fino alle differenti tecniche per essiccarli a testa in giù , Maurizio Zarpellon trova anche il modo di ricordarci nascita e carattere della rivoluzione di fine 800 della bordura mista alla Gertrude Jekyll maniera e le sperimentazioni monocromatiche dei tanti diversi bianchi del giardino, modello poi di mille imitazioni, della Vita Sackville-West a Sissinghurst…
Tutto attualizzato all’insegna del pensarsi, come recita il titolo del volume, Naturalmente in giardino. Quattro stagioni di fiori coltivati, osservati e ricordati, Blu edizioni, pp. 207, € 16.00. In una dimensione progettuale attenta e consapevole della natura dei luoghi, del traguardare della vita e dei paesaggi. Una progettualità che veda vivere il giardino tutto l’anno, imperniata sulla conoscenza profonda delle specificità botaniche dei suoi veri protagonisti, “le piante”, dove la regia è chiamata a conoscerne e valorizzarne socialità e caratteri.
Maurizio Zarpellon, Naturalmente in giardino. Quattro stagioni di fiori coltivati, osservati e ricordati, Blu edizioni, pp. 207, € 16.00, recensito da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica V, 35, Supplemento de Il Manifesto del 20 settembre 2015