Auditorium Parco della Musica Roma – 21 maggio 2017 – A chi serve la bellezza

Auditorium parco della Musica - Festival_21-5-17_Paidea al paesaggio_Andrea_di_Salvo_VìrideSulle tracce di una paideia al paesaggio
Nella variante qui in programma di questo titolo A chi serve la bellezza, suggerito da Franco Zagari e tratto da Antonioni, non c’è neanche un punto interrogativo, tanto la questione, estrapolata, risulta retorica.
A tutti. La bellezza è un’arte del vivere come Il paesaggio è un’arte del vivere.
Nei dintorni di quest’arte ci muoviamo in molti a seguire le tracce disperse del progressivo costituirsi di una paideia al paesaggio che tanto ci sta a cuore.
Chiamo paideia quella forma di cultura e educazione che è insieme habitus mentale e formazione permanente in atto.
Paideia al paesaggio dove si combinano quindi un’attitudine critica (Cultura) centrata (o annodata) sul paesaggio e una sua specifica pratica, di analisi e proposta: quella del progetto di paesaggio.
Elementi che combinandosi, concorrono a definire un pensiero-in-azione … del paesaggio … vissuto.
Leggi tutto “Auditorium Parco della Musica Roma – 21 maggio 2017 – A chi serve la bellezza”

Radicepura tra i festival del paesaggio e del giardino

Proprio mentre, con l’arrivo della primavera, una grande mostra, ancora da raccontare, sui giardini nell’arte si apre a Parigi al Grand Palais (Jardins, fino al 24 luglio, catalogo Réunion des musées nationaux), proponendosi fin nell’allestimento come una passeggiata tematica nelle molte implicazioni della presenza del verde ornamentale nella nostra vita, anche in Italia si moltiplicano le occasioni dove l’esperienza estetica del giardino – visitato, gustato, prefigurato ma anche agito, praticato, appreso – si dilata nelle sue interazioni con le forme del gusto della società e del paesaggio culturale che evoca e interpreta, con i linguaggi dell’arte che attiva e dove reciprocamente si riverbera.
Nella formula del Festival, incontri, dibattiti, presentazioni in rassegna e approfondimenti botanici ed editoriali si intersecano con la messa in opera di collezioni di giardini veri e propri. Non certo gli imponenti allestimenti del Chelsea Flower Show di Londra, per quanto effimeri (quest’anno dal 23 al 27 maggio) e da ammirare soltanto dall’esterno, o magari quelli destinati ad esser percorsi e a durare almeno una stagione, come nel caso del Festival international des jardins di Chaumont-sur-Loire, inventato anni or sono da Jean-Paul Pigeat (siamo ormai alla 26 edizione).
Con questa temporalità distesa si confronta ora qui da noi la prima edizione di Radicepura. Festival internazionale dedicato all’architettura del paesaggio appena inaugurato in Sicilia, a Giarre, ai piedi dell’Etna e che fino al 21 ottobre proporrà, oltre a una serie di incontri, lezioni, interventi di artisti, workshop, quattordici giardini realizzati appositamente nel parco botanico della famiglia Faro, dinastia di vivaisti. Leggi tutto “Radicepura tra i festival del paesaggio e del giardino”

Richard Mabey. Prove di dialogo con il mondo vegetale

Naturalista appassionato, autodidatta dalla felice vena narrativa, Richard Mabey prosegue e riepiloga con quest’opera, Il più grande spettacolo del mondo, la sua multiforme, eclettica indagine su quella complessa serie di relazioni che da sempre ci lega con le specie vegetali (traduzione di Massimilano Manganelli, Ponte alle grazie, pp. 378, € 23.00).
Richard Mabey_Botanica e immaginazione_Vìride Andrea Di SalvoConsiderando che le piante rappresentano più del novantanove per cento della biomassa terrestre, dominando la vita sul pianeta e rendendola così possibile anche per noi uomini, che con gli animali siamo meno dell’uno per cento, Mabey puntualmente rileva come troppo spesso invece nella nostra percezione del mondo le piante siano relegate a “vegetare” come inanimati oggetti d’uso, passive decorazioni, nel migliore dei casi, sorta di “arredamento del pianeta”, e come troppo spesso il giardinaggio risulti l’unica loro residuale forma di apprezzamento (e ancora limitata al solo aspetto esteriore), e quasi sublimazione e messa in scena semplificata di quelle relazioni costitutive che come illustra il sottotitolo intrecciano Botanica e immaginazione. Leggi tutto “Richard Mabey. Prove di dialogo con il mondo vegetale”

Geografie concorrenti. Il paesaggio di Antonella Tarpino

C’è un paesaggio fragile, dimenticato, sospeso ai margini delle geografie preminenti. Spesso invisibile, in ombra. Il paesaggio liminare della montagna, quello dei confini delle frontiere, dei borghi sospesi e abbandonati, di un abitare imperfetto. E c’è un pensiero della differenza, che proprio riconsiderando le figure chiave di margine, confine, limite, restituisce il racconto di questa geografia dello scarto e ne evidenza il rilievo, qualificando produttivamente un sentire dei luoghi capace di un uso ecologico della memoria e dove il paesaggio sia occasione di ricomposizione progettuale, di una complicità dinamica tra territori, memoria, identità.
Il paesaggio fragile che, passo a passo ri-nominandolo, Antonella Tarpino ci propone nel suo volume (sottotitolo L’Italia vista dai margini, Einaudi, pp. 200, € 17.50) di tutto ciò evoca le trame, inseguendone orme ed echi su crinali e faglie, dove si increspano relazioni, spazi e memorie.paesaggio fragile Tarpino DI Salvo Andrea Vìride
Leggi tutto “Geografie concorrenti. Il paesaggio di Antonella Tarpino”

Le rose di Gramsci. Estasi vegetali – Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea 5 gennaio 2017

Dove si parla di affetti e relazioni con le piante e del desiderio quotidiano di luce e di grazia
A cura di Andrea Di Salvo e Lucilla Zanazzi
Le rose di Gramsci SensibileComune Andrea Di Salvo
Anteprima evento – domenica 15 gennaio 2017 mostra SENSIBILE COMUNE. Le opere vive GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA – Roma –14-22 gennaio 2017 via Antonio Gramsci 71 – Roma, h. 11.30


Le rose di Gramsci  18… persone raccontano ciascuna per 7 minuti la propria estasi vegetale e la resistenza che ne scaturisce
Può cambiare il corso di una vita per un incontro vegetale? Si può disseminare nella propria quotidianità un’esperienza contemplativa che parte proprio dalle piante? Cosa accade quando la tensione a esistere di un umano e di un arbusto confluiscono in un gesto di cura dell’uno sull’altro?

Leggi tutto “Le rose di Gramsci. Estasi vegetali – Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea 5 gennaio 2017”

Nuovi prati con la Fondazione Benetton

Da sempre presenti come un inciampo, una dimenticanza nell’inesorabile (per lo più) proliferare urbano, i prati di città o quelli subito “fuori porta”, spazi comuni spesso vacanti, tornano, se intesi nella loro genesi, per essere occasione di sperimentazione di esperienze e usi condivisi, rinnovati attrattori di immaginari latenti. Spesso situate in zone liminari, o residuali all’interno della città, queste spianate erbose appaiono rivelate nella loro indeterminatezza da una toponomastica che solo a tratti e sovente in sovrapposizione tradisce usi e funzioni volta a volta diverse, di scambio o mercato, militari, ludiche (e quindi politiche), religiose, rituali. Esito sulla lunga durata di circonvoluti processi storici, nel susseguirsi di economie e nuove geografie sociali dove persistono le trame di una significativa dimensione collettiva locale, sono luoghi soggetti a ben determinate temporalità festive o regole (ma pure, per converso, proprio da queste ultime esentati). Luoghi che si costituiscono per tanti versi al negativo, come pause, radure nella selva del costruito – prive però com’è per piazze e parchi, di simbologie e funzioni proprie, chiaramente assegnate e riconoscibili. E ancora slittano e mutano di senso nel più recente, contemporaneo procedere del farsi e disfarsi della risacca di urbanizzazioni fordiste e abbandoni, per cicli e andirivieni di delocalizzazioni e riconfigurazioni variamente urbane e periurbane. E nell’incessante dinamica del loro sfrangiarsi e ricomporsi, risultano perciò vaghi vuoti disponibili, in aspettativa di idee, scenari di opportunità, suscettibili di inediti riadattamenti. Il Museumplein di Amsterdam, la Pelouse de Reuilly a Parigi, i London Fields, il Prado di Madrid, il Prato della Valle a Padova, quello di Bagnoreggio di San Francesco, il Gas Work Park a Seattle, …
Sul tema dei “nuovi prati” si sono appena incentrate, con la consueta, eccentrica tempestività di lettura del farsi soglia di nodi problematici e progettuali, le Giornate internazionali di studio sul paesaggio organizzate dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, con il coordinamento di Luigi Latini e Simonetta Zanon.Goya, La pradera de San Isidro, 1788 Leggi tutto “Nuovi prati con la Fondazione Benetton”

Clauser. Il patriarca forestale

A fronte dell’acuirsi dei molteplici problemi di difesa idrogeologica del nostro territorio, l’aumento della dimensione dei boschi in Italia, per abbandono o sostanziale disinteresse economico, è una buona notizia. La normale dinamica evolutiva degli ecosistemi forestali significa protezione naturale del territorio.
Il perché ce lo illustra il Romanzo Forestale del novantaseienne patriarca forestale Fabio Clauser (sottotitolo, Boschi, Foreste e Forestali del mio tempo, Libreria Editrice Fiorentina, pp. 196, € 16.00): una sorta di autobiografia in contrappunto con quella degli alberi cui ha dedicato l’esistenza.
Condotta con lieve ironia, qualche amarezza, un’intima, sempre discreta, partecipazione sentimentale, una lucidità di pensiero temperata nella pratica, la scrittura procede tra memoria e ricostruzione documentaria di snodi e contesti, mai disconnessa dall’analisi di aspetti scientifici e tecnici, anch’essi colti nel loro evolvere.
Leggi tutto “Clauser. Il patriarca forestale”

Le giardiniere anglosassoni

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Women-GardenersETS_Viride_Andrea-DI-SALVO-708x1024.jpg
Ancora si aggiungono tasselli all’aspirazione di ripercorrere al femminile una storia del giardino capace di restituire la misura e le specificità delle sue protagoniste, creatrici, studiose, progettiste, giardiniere, divulgatrici. Diversi in tal senso i tentativi, specialmente sul 900 quando si afferma lo statuto disciplinare dell’architettura del paesaggio, in particolare in ambito anglosassone, in una prospettiva di storia di genere e ormai anche connettivamente globale. Con ricognizioni affatto diverse nel taglio e respiro, come quelle dello scorso anno, dell’Università di Harvard su
Women, Modernity and Lanscape Architecture a cura di Sonja Dümpelmann e John Beardsley, a tutto campo su esperienze dagli USA al Canada, da Brasile, Nuova Zelanda, Sud Africa, ex Unione Sovietica ai paesi europei, o di ben altro tipo di approccio, quello, perseverante fin dal titolo, riservato da Heidi Howcroft alle First Ladies of Gardening (ovviamente, quello inglese).
Pur sempre prime donne sono anche quelle ora convocate a ricomporre una storia sui generis del giardino e della sua progettazione negli ultimi due secoli da Paola Fanucci, nel suo Women Gardeners. Stivali, penne e pennelli di giardiniere appassionate, prefazione di Lucia Tongiorgi Tomasi, Edizioni ETS, pp. 206, € 18.00. Leggi tutto “Le giardiniere anglosassoni”