Se con i grandi giardini formali rinascimentali è fisicamente conclamata la tendenza a intellettualizzare gli spazi come contenitori di idee, disponendo e ordinando similitudini e varietà in un’emblematica tesa a restituire, a rappresentare (tra aiuole, sentieri, raffigurazioni, …) un sapere enciclopedicamente articolato, ancor più evidente appare in tal senso la valenza del giardino come potente schema mnemonico se indagato come architettura mentale, giardino dei progetti ideali, giardino delle parole e dei libri cui viene affidato. Proprio sul filo di una continua ibridazione “cinetica” tra parole, figure e spazio si muove l’indagine su L’architetto sapiente. Giardino, teatro, città come schemi mnemonici tra il XVI e il XVII secolo (Olschki, pp. 325, є 29.00 – n. 28 della collana Giardini e paesaggio) che Koji Kuwakino dedica in particolare ad alcune architetture mnemonicamente costruite. Tipologie “capaci di offrire una stabile impalcatura concettuale per ordinare il sapere”. Nelle forme concrete di questi edifici e spazi mentali si riversa e trova forma la somma di riflessioni e conoscenze di un’epoca che vede modificarsi profondamente i propri assetti di pensiero. L’ampliamento di orizzonte indotto dal recupero umanista della classicità, dall’esigenza di integrare un intero nuovo mondo, di gestire il moltiplicarsi di informazioni disponili in ragione della diffusione della stampa e degli esiti di un’attitudine all’osservazione e classificazione del mondo che si fa procedere scientifico, induce a ripensare metodi e modelli di ordinamento per un accesso universale al sapere. Testimonia di questa temperie il moltiplicarsi di iniziative editoriali, cicli pittorici, progetti dal respiro enciclopedico, raccolte, collezioni che, con il diffondersi delle istituzioni scientifiche, dalle accademie agli orti botanici, dai musei ai teatri anatomici, vedono affermarsi nuove tipologie di spazi. Architettonicamente scanditi e articolati in percorsi memorativi. Di pari passo con la rifondazione rinascimentale dell’architettura, scienza enciclopedica, proprio la grande diffusione dell’arte della memoria si distingue come strumento di organizzazione e recupero diretto delle conoscenze. Loci mnemonici saranno allora edifici e spazi ordinati e articolati per ospitare, come nei testi analizzati nel volume, serie di nozioni associate: giardini geometrici, anfiteatri, piazze porticate. Spazi dinamici da intendersi per come “essi sono percepiti e utilizzati da chi li percorre sia fisicamente che mentalmente”, perché il dispiegarsi del processo conoscitivo va di pari passo con il modificarsi dell’angolo di visuale, della posizione di chi procede nel giardino. Dinamici anche perché creativamente attivano collegamenti nuovi tra gli elementi di conoscenza memorizzati. È il caso del Giardino di un Re proiettato dal domenicano Agostino Del Riccio nella sua Agricoltura sperimentale (1595-1597) con il bosco regio conformato in labirinto dove grotte decorate a tema enciclopedico, con automi e giuochi d’acqua, inducono gli osservatori al dibattito.
Koji Kuwakino, L’architetto sapiente. Giardino, teatro, città come schemi mnemonici tra il XVI e il XVII secolo (Olschki, pp. 325, є 29.00 – n. 28 della collana Giardini e paesaggio), recensito da Andrea Di Salvo su Alias Supplemento de Il Manifesto dell’8 ottobre 2011