Fa perno sul desiderio di condividere la passione botanica che anima i suoi ultimi anni di vita e sull’intenzione pedagogica di spiegare per gradi il mondo delle piante alla giovane figlia dell’amica madame Delessert, che a ciò lo sollecita, la stesura da parte di Jean-Jacques Rousseau delle otto lettere che andranno poi a costituire le sue Brevi lezioni di botanica.
Scritte tra l’estate del 1771 e la primavera del 1774 – una volta tornato in Francia dopo la fuga a Ginevra e poi in Inghilterra per la condanna al rogo delle sue opere con decreto di arresto –, erborizzando in solitarie passeggiate sul filo delle stagioni che lo vedono approfondire, come “studio di pura curiosità”, questa scienza “tra le più amabili”, le lettere verranno pubblicate soltanto dopo la sua morte. Dapprima a Ginevra nel 1782 e poi, nell’edizione del 1805, con il corredo delle illustrazioni del famoso pittore di fiori Pierre Joseph Redouté, il botanico di Saint-Hubert divenuto celebre per i suoi fiori all’acquarello, in particolare le rose, che gli valsero il titolo di “Raffaello dei fiori”.
Ora le lettere vengono riproposte per Piano B Edizioni, con una scelta di 16 delle tavole di Redouté, assieme a un altro testo incompiuto, che testimonia della partecipazione di Rousseau al dibattito sulla classificazione (fu uno dei primi estimatori del metodo proposto da Linneo, di cui fu corrispondente), Frammenti per un dizionario di botanica, dove in una introduzione – qui omessa – Rousseau tratteggia una sorta di breve storia della botanica, pp. 158, € 12,00).
Muovendo piuttosto che dai libri e dalla “conoscenza di parole” e nomenclature, dalla familiarità con la natura – e non da quella addomesticata degli innesti e dei giardini –, vengono così proposte all’indirizzo della “nostra piccola botanofila” una serie di elementari nozioni sulla struttura delle piante, in un’analisi delle principali famiglie, delle parti del fiore e del frutto.
Affinché, lei con noi, eserciti l’intelligenza divertendosi e abituandosi a indagare i perché, a leggere e interrogare il libro della natura, dalla quale – preavvisa – l’uomo si è distaccato, piegandola a proprio vantaggio, alla ricerca dell’utile (così, anche per lo studio della botanica, ridotto alla sua sola valenza curativa).
La lente d’ingrandimento, lo spillo, le forbici per la dissezione, l’erbario da approntare fanno allora il paio con l’esame comparato, l’affilare l’attenzione, l’esercitarsi a giudicare a colpo d’occhio, per poi verificare.
Nella concatenazione delle meraviglie, il linguaggio, chiaro e progressivo, ridice il conforto dell’ordine del mondo vegetale.
Jean-Jacques Rousseau, Brevi lezioni di botanica, con una scelta di 16 tavole di P.J. Redouté, Piano B Edizioni, pp. 158, € 12,00, recensito da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica XI, 16, Supplemento de Il Manifesto del 18 aprile 2021