Corredato di contributi che ne attualizzano i riscontri nel successivo dibattito storiografico, viene oggi riproposto lo studio dedicato alla metà degli anni Settanta da Andrew M. Watson a La rivoluzione agricola araba e la sua diffusione, 700-1100. Con uno sguardo attento alle significative ricadute di lunga durata sulla composizione del paniere delle biodiversità agricole nella storia della nostra alimentazione (sottotitolo dell’edizione per Slow Food, alle radici di ciò che mangiamo oggi, con saggi di Bevilacqua, Squatriti, Biasillo (pp. 149, € 16,50).
Con l’estensione per secoli del dominio arabo a una vasta area del mondo, in un ininterrotto trasmigrare di uomini, tecniche e saperi si trasferirono anche piante originarie delle terre di quel vastissimo impero, dall’estremo oriente del califfato, in India, per via di Persia, Iraq, Siria, Egitto, fino a Marocco, Sicilia e Spagna. Alberi, ortaggi, cereali, legumi si acclimatarono così in tre continenti, assicurando la diffusione, tra gli altri, di riso, sorgo, grano duro, canna da zucchero, melanzane, cotone, agrumi, banani, piante da cocco, in un elenco di varietà botaniche che da tempo ci suonano familiari.
Associati alla disponibilità di nuove piante, una serie fattori concorsero a una complessiva rivoluzione tecnico produttiva, dalle profonde ricadute sociali. Il sapiente uso dell’acqua, le conoscenze botaniche e il sapere tecnico delle pratiche di coltivazione – dall’associazione delle piante all’incremento nell’uso dei fertilizzanti, ai sistemi di rotazione che, introducendo colture estive, moltiplicavano le stagionalità delle coltivazioni, assicurando continuità e aumento delle rese –, determinarono cambiamenti del paesaggio, si pensi a quello degli agrumi, e – riflessi nel lessico – entrarono nella farmacopea, nell’alimentazione e in cucina, arricchendo e orientando il gusto (la pasticceria).
Almeno fino alla regressione – che ancora ci interroga – da un così rilevante grado di civiltà agricola.
Andrew M. Watson, La rivoluzione agricola araba e la sua diffusione, 700-1100, con saggi di Bevilacqua, Squatriti, Biasillo, Slow Food editore, pp. 149, € 16,50, recensito da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica XII, 35, Supplemento de Il Manifesto del 4 settembre 2022