Dall’attenzione alle variabili del microclima che la coltivazione accorta di ogni giardino impone, a quella per la vita del suolo che lì calpestiamo – un ecosistema dinamico di microrganismi, funghi e batteri –, fino alla consapevolezza delle fisionomie botaniche delle piante che decidiamo di trapiantarvi – e quindi dell’habitat di provenienza di cui occorre tener conto –, la lezione del giardinaggio comporta un continuo sguardo interrogativo che dalla relazione quotidiana con la vita vegetale si dilata alla conoscenza dei meccanismi sottesi al dispiegarsi del vivente in quest’artefatto dove tentiamo di orchestrarli al passo della nostra immaginazione.
Con spirito pratico e il piglio dissacrante della divulgazione di tradizione anglosassone, Stuart Farrimond, ci conduce a indagare come La scienza del giardinaggio rivesta un grande ruolo in ogni piega delle sue attività (Dorling Kindersley-Gribaudo, pp. 224, € 26,90).
Dalla fisiologia vegetale al suolo osservato in relazione alla sua struttura, acidità, dalla fotosintesi al programma del seme e ai suoi fattori di sopravvivenza, vengono via via ripercorsi i meccanismi sottesi: cicli della dormienza (proteine che bloccano la crescita, endodormienza), con un controllo di sicurezza che evita loro di ripartire troppo presto, capacità meristematica di riprodursi per via vegetativa (a prescindere dalla via dei semi) da cui la passione dei giardinieri per le talee, ragioni della diversità della scelta dei colori dei fiori in relazione ai diversi impollinatori con cui le piante son coevolute, quelle del fenomeno dell’alternanza di produzione dei fruttiferi tra annate molto produttive e raccolti scarsi, il meccanismo che consente alle piante che fioriscono soltanto a maturità, dopo molti anni di vita, di calcolare il passare delle stagioni necessarie. E così, a seguire.
A corredo, i protagonisti della chimica, l’acido abscissico rilasciato dalle radici come segnale che il terreno è troppo secco o la capacità delle piante rustiche di affrontare il freddo intenso trasformando l’amido immagazzinato in zuccheri e producendo proteine antigelo (ragione per cui alcune verdure con il gelo hanno un sapore più intenso).
In un contesto dove sempre più vengono rilevate le forme di intelligenza di piante in grado di percepire l’ambiente, svolgere compiti complessi, comunicare, nonché i ruoli sociali e civili assolti dal giardino – dai suoi effetti terapeutici al rilievo della presenza del verde molecolare nelle aree urbane, con i noti vantaggi di assorbimento di inquinanti nell’aria, riduzione delle isole di calore, raccolta e rallentamento del deflusso delle acque delle precipitazioni estreme, costituzione di corridoi verdi come rifugio di vita animale e vegetale, piccole galassie, dagli insetti agli uccelli, organismi del suolo aperto – è proprio nel giardino che in dimensione di pratica immediata vanno affermandosi una serie di idee e sperimentazioni – anche estetiche. Che prospettando un cambio di mentalità e l’assunzione di pratiche e saperi volti a cooperare con la natura, comprendono il ritmo delle successioni naturali e si ispirano alle associazioni tra specie in natura, le consociazioni, tendono all’autosufficienza, alla conservazione e al riuso, ispirati alla circolarità.
Consentendo all’irrinunciabilità dell’uso della nomenclatura latina, Stuart Farrimond dispensa consigli ragionati su tagliare o meno i fiori appassiti, dare il giusto peso alle piante autoctone – definizione certo non univoca – pure meglio sincronizzate con il clima e l’entomofauna locale, valutarne opportunità e modi della potatura a partire dall’illustrazione dei meccanismi che vengono così indotti. E, sempre scientificamente, vengono sfatate una serie di leggende del giardinaggio, dal fatto che i frammenti di coccio alla base delle piante favoriscano davvero da soli il drenaggio senza calcolare la tensione superficiale dell’acqua che la fa aderire ai pori del substrato, o di quanto l’aria risulti depurata dalle piante negli appartamenti, a meno che non ne ospitiate alcune centinaia. Mentre certo, il diffuso vezzo di parlare con loro, visti gli alti livelli di anidride carbonica emessi dal respiro umano potrebbe, oltreché rassicurarci, esser affatto gradito …per la loro fotosintesi.
Stuart Farrimond, La scienza del giardinaggio, Dorling Kindersley-Gribaudo, pp. 224, € 26,90, recensito da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica XIV, 1, Supplemento de Il Manifesto del 7 gennaio 2024