Sommatoria ricombinante volta a volta di cunicoli, cortili, anticamere, gallerie, stanze, corridoi, … i labirinti, edifici reali o immaginari, e perciò anche intrico di grafici, lettere, citazioni, miniature, visceri, foreste, deserti, teorie di stanze di verzura, … variamente immedesimano nelle diverse epoche e culture la pressione e il travaglio dello stare al mondo percorrendo le volute e gli snodi, le esitazioni e i dilemmi, il turbamento e la sfida di ogni bivio della nostra esistenza. Catalizzatori e riflesso, quando non fonte e amplificatori, del timore del perdersi, dell’ingaggio dell’orientarsi a una meta che ci sfugge, intercalano e pure compenetrano, oscillando nei diversi contesti, l’aspirazione ad un’universale cosmogonia e l’utopica riscrittura in simultanea di un’autobiografia per ciascuno.
Così è per certi versi anche nel caso del labirinto, qui pure reale, della Masone, che si sta completando e verrà inaugurato nel prossimo anno a Fontanellato, vicino a Parma. È la realizzazione di un antico sogno del grafico e editore d’arte Franco Maria Ricci. Collezionista e bibliofilo, ma prima ancora ideatore di progetti e collane come I segni dell’uomo o La biblioteca di Babele, della rivista FMR, tutti contraddistinti dall’impiego di carte e impressioni preziose, dall’uso dei caratteri bodoniani, del nero di sfondo e all’insegna di un’ecologia di cura, immagini e testi .
In questo caso, un labirinto vegetale che si distende su sette ettari e racchiude al suo centro una piazza e edifici in stile neoclassico destinati a ospitare il progetto di una Biblioteca Museo, la collezione d’arte dell’autore, la sua raccolta di edizioni rare, nonché la produzione storica della casa editrice. Con un perimetro a forma di stella e corridoi che si srotolano per 3 km, il labirinto è composto di 120.000 piante di bambù. Una scelta che esalta l’eleganza informale di una essenza che Ricci assimila a quella dei caratteri di Bodoni, promuovendo in una difesa del paesaggio “secondo criteri meramente non conservativi” inedite nozze sui generis tra bambù e pianura del Po.
Presenta questa impresa e ne ragiona per immagini lo stesso Franco Maria Ricci nel volume di gran formato Labirinti (Rizzoli, pp. 223, € 60, con un Dizionario mitologico a cura di Luisa Biondetti e introduzione di Umberto Eco). Mentre nel suo magistrale procedere lo scrittore Giovanni Mariotti si cimenta in un saggio acrobatico tra filologia e suggestive interpolazioni di fonti e testi (Borges su tutti).
Fino a illuminare descrizioni dove inversamente sarà un labirinto a ospitare un giardino, come nel Teseo di André Gide, e già nella Sforzinda immaginata dal Filarete.
Liberamente svariando “di labirinto in labirinto”: tra quelli grafici univiari – dei pavimenti delle chiese cristiane o già dei mosaici delle ville d’epoca romana – e quelli multiviari del mito di Dedalo, ma come tali mai raffigurati, come poi solo lo saranno oltre il Rinascimento e con l’epoca dei grandi giardini e della inquieta consapevolezza della modernità.
Sempre, a ogni passo intersecando le immagini a tutta pagina che scandiscono il volume. Codici, ritratti, foto. Oltre ai labirinti reali, più o meno recenti, di tasso, bosso, mais, da Hever Castle nel Kent (1904) a Isola di San Giorgio a Venezia (2011, dedicato a Borges), quelli raffigurati sugli affreschi o i soffitti lignei di Palazzo Ducale a Mantova o, a Versailles, quello di Le Nôtre per istruire il delfino di Luigi XIV per il tramite delle favole di Esopo–la Fontaine, poi smantellato per far posto al bosquet de la Reine, o, ancora, quello che dissimulando occhieggia dall’abito del gentiluomo ritratto da Bartolomeo Veneto ad inizio cinquecento, ora al Fitzwilliam Museum di Cambridge.
Labirinti, Rizzoli, pp. 223, € 60, progetto editoriale di Franco Maria Ricci, testi di Giovanni Mariotti con un Dizionario mitologico a cura di Luisa Biondetti e introduzione di Umberto Eco, recensito da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica IV, 38, Supplemento de Il Manifesto del 28 settembre 2014