Nei suoi Voli vespertini e altri saggi su ciò che la natura ci insegna la poetessa e scrittrice inglese Helen Macdonald, che fin dall’infanzia si vuole assieme naturalista – per anni allevatrice e studiosa di falchi nel Galles – svisa sovente tra intuizioni, emozioni primigenie e quel metodo di osservazione di animali e piante che le consente di intercettare, per frammenti, segmenti, macchie intraviste e quindi raccontare quegli incontri reali, eppur sempre emblematici di storie e associazioni attribuite, dove la scienza nulla riesce a sottrarre al mistero e alla bellezza (Einaudi, pp. 312, € 20,00).
Come in una di quelle evocate guide naturalistiche, dove tra illustrazioni, tabelle, disegni al tratto lo sguardo si fa acuto e familiare nell’esperienza sul campo e tra tecniche di riconoscimento rapido degli uccelli in volo, la fredda luminescenza delle lucciole, la magia delle lepri, messaggere della fine dell’inverno, il volo alternato dei rondoni, che per anni non si posano mai a terra, con quei loro voli vespertini – improvvise, crepuscolari, a lungo misteriose ascensioni fino a 2500 metri per riorientarsi –, ma anche la soggezione delle eclissi solari o la fascinazione dei nidi e il parlare attraverso un guscio, il battezzare quegli alberi che ospitando intere comunità di viventi danno forma ai paesaggi, fin nel rilucere delle bacche del sorbo o nei cespi di vischio, son tutte occasioni per incrociare temi che ci interpellano, individualità, diversità, selvaticità di una natura dove sempre s’impiglia il riflesso del nostro guardarla.
Tra essenziali passeggiate nei boschi invernali dalle compresenti temporalità, o sopresi in riserve ungheresi dall’illusione ottica di stormi d’ali battenti di gru cinerine, condotti per pellegrinaggi naturalistici, tanto in oasi remote come sulla cima dell’Empire State Building dove osservare da un diverso punto di vista il volo notturno del transito stagionale di uccelli migratori sopra la città, sempre siamo avvertiti del rischio che la vertiginosa accelerazione delle conseguenze dei cambiamenti climatici in termini di distruzione degli ecosistemi finisca per diventar parte di una narrazione sulla natura che ci rende assuefatti all’idea della normalità di una continua riduzione, perdita, scomparsa.
Helen Macdonald, Voli vespertini e altri saggi su ciò che la natura ci insegna, Einaudi, pp. 312, € 20,00, recensito da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica XII, 36, Supplemento de Il Manifesto dell’11 settembre 2022