A voler inseguire le tracce di una pianta – le traversie del come dal suo habitat d’origine sia arrivata nei giardini secondo il succedersi di gusti e mode orticole, il precisarsi del suo profilo botanico, il modularsi dei suoi caratteri ad assecondare le umane aspirazioni di collezionisti e ibridatori – capita spesso che trasversalmente s’incrocino geografie remote e divenire per balzi tra personaggi eccentrici e snodi temporali, echi mitologici e riverberi letterari.
Si dà il caso così che una singolare ricerca botanica divenga occasione per inanellare digressioni sapientemente modulate sul ritmo del feuilletton, protagonista la Nerina sarniensis, una bulbosa della famiglia delle Amaryllidaceae, originarie perlopiù dell’Africa Australe. Citato già – erroneamente – nel 1635 come Narcisuss Japonicus rutilo flore (per il colore rosso acceso), questo fiore di fiori, caratteristico per lo scintillio dei tepali, è al centro dell’indagine di Francesco Soletti, La nerina del marchese. Sulle tracce di un fiore perduto, edizioni l’Erta, pp. 192, € 18,00.
Dal modo in cui fortunosamente approdava, al seguito del generale John Lambert, luogotenente di Cromwell e appassionato giardiniere, esiliato sulle coste di Guernsey, isola della Manica dallo straordinario clima, dove poi sarà anche Victor Hugo a descriverne la vegetazione con particolare attenzione botanica. A come, da lì, ne proseguiva l’epopea, sempre per via di ibridazioni spinte, alla ricerca di nuove variazioni sul tema. A opera, tra i molti, del cacciatore di bulbi Henry John Elwes, poi del banchiere Lionel de Rothschild, e ancora del superlativo dilettante Peter Smithers, diplomatico a riposo, già agente dei servizi segreti di sua maestà.
E via così, tra parentesi erudite e ambientazioni romanzesche, approfondimenti nomenclatori, evocazioni e vecchie glorie letterarie, sempre incrociando caratteri e sfumature, nel susseguirsi di vegetali ricostruzioni genealogiche e finali ricongiungimenti.
Francesco Soletti, La nerina del marchese. Sulle tracce di un fiore perduto, edizioni l’Erta, pp. 192, € 18,00, recensito da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica X, 29, Supplemento de Il Manifesto del 19 luglio 2020