Il magistero empirico di Renato Ronco

Son tutti in qualche modo sui generis i titoli apparsi finora nella collana di Manuali dedicati al verde dell’editore Bluedizioni (ultimo uscito quello su L’orto di montagna per chi vive in città). Tra questi si segnala Il giardino delle regole infrante, di Renato Ronco (pp. 160, € 12,50, e-book € 6,90), dove l’intento dissacrante del titolo si completa nella provocatoria precisazione di genere: Contromanuale del libero giardiniereIl giardino delle regole infrante_ Vìride Andrea Di SalvoSe, in un impianto a tutta prima senz’ordine, il filo rosso dichiarato resta quello polemico verso mode e luoghi comuni (la pianta insolita a tutti i costi, la moda degli orti da ostentare, le informazioni terra terra su terricci e compost, la pazienza – in vero obbligata – del giardiniere, …), una lettura trasversale lascia via via affiorare i diversi temi e soggetti toccati, quelli di una cultura del verde in formazione: il pubblico che ancora troppo spesso predilige il “giardino da vedere piuttosto che da godere”, le riviste amatoriali o di settore, il ruolo delle mostre mercato, dei vivai più o meno specializzati, la centralità della formazione… In realtà il libro registra anzitutto una serie di incontri con piante direttamente frequentate e coltivate con curiosa attenzione alle loro qualità, raccontati in capitoli autonomi proposti fin nei lunghi sommari richiamando l’andamento discorsivo della rete (cfr. il suo www.ungiardinierescrive.it). Tutto poggia sul magistero di giardiniere dell’autore, che si fonda sulla pratica di un’esperienza delle cose ispirata ad una cultura contadina del fare in economia, sull’esercizio di una quotidiana osservazione della natura ispiratrice – dell’andar per boschi e per monti – e di un’attitudine alla sperimentazione colturale che consente di parlare con cognizione di causa. Non che manchino fulminanti suggestioni di rilievo compositivo (dalle indicazioni per evitare di inserire in giardino ruscelli “sbagliati”, ai ragionamenti sulle valenze paesistiche di un “romantico” stradino in ghiaietto). L’ideale giardino delle regole infrante trasmessoci da Renato Ronco è però specialmente un catalogo della memoria di un coltivatore di esperienze: laboratorio, vivaio, orto che serve ma anche orto disseminato, “che non c’è”, giardino, collezione botanica, … E si capisce come gli stia stretta la dimensione del disegno di progetto. Un giardino “bisogna farlo con le proprie mani, così come un artista, pittore, scultore, non può far eseguire da altri il suo lavoro semplicemente spiegandolo”. Non un manuale quindi e fortunatamente neppure un contromanuale, ma – nell’aspirazione a raccontare di un “giardino naturale, dove la mano del giardiniere, più che vedersi si intuisce” – un serbatoio ricco e a tratti emozionante di suggestioni per guardare al giardino. Per tutte, quelle evocate a proposito di Un giardino di felci, con l’invito a usarle in gruppi, a saperne osservare arpeggi di trame di verdi diversi, differenti sonorità dell’acqua sulle foglie, … quelle “più canterine” dell’Osmunda, che immediatamente si scrolla le gocce, … il più silenzioso trasalire dell’Adiantum pedatum.

Renato Ronco, Il giardino delle regole infrante. Contromanuale del libero giardiniere, Bluedizioni 2010, pp. 160, € 12,50, e-book € 6,90, recensito da Andrea Di Salvo su Alias – Supplemento de Il Manifesto 29 gennaio 2011