Con l’attitudine del biologo, per quanto a malincuore, trapiantato in città, Marco Granata ci propone nel suo Bestiario invisibile una ricognizione della fauna urbana a cavallo tra una tradizionale guida da campo per il riconoscimento, qui, degli animali − con informazioni sulla loro distribuzione, ecologia, conservazione, e con annesse illustrazioni che li identificano − e il racconto in prima persona della scoperta progressiva, scientifica e interiore, da parte dell’autore della città come ecosistema composto di molti diversi ambienti (sottotitolo, Guida agli animali delle nostre città, Il Saggiatore, pp. 318, € 22,00).
Ad uno sguardo attento si rivelano allora di grande interesse naturalistico perfino habitat artificiali quali case, strade, piazze, come pure quelli seminaturali di aiuole e alberate stradali, fino alla natura in città di parchi, prati di periferia, zone umide, margini e luoghi dell’abbandono, residui industriali. Dove incontriamo presenza e tracce di tante specie autoctone, aliene, inurbate. Volta a volta biasimate o protette, spesso a rischio di estinzione. Assieme a quelle che proprio della città hanno fatto il proprio luogo di elezione, per abbondanza di cibo, temperature più miti, minor numero di predatori: specie generaliste in grado di convivere con l’uomo, quando non di profittarne.
Raccontato in modo partecipato e amorevole, il catalogo spazia dall’entomologia domestica pressoché invisibile dei nostri coinquilini invertebrati (dagli scarafaggi memoria vivente di malattie e epidemie ai sempre più rari pesciolini d’argento amanti dell’amido della colla di rilegature di libri e dismesse carte da parati) agli impollinatori cittadini (api, farfalle, falene), dal montare nei cieli urbani dei gabbiani al declino dei passeri, con il perseverare, per antonomasia cittadino, dei piccioni. Si scoprono così arrivi (gli storni a Roma, dal 1925) e presenze recenti (le cornacchie da pochi decenni), recentissime (le squadriglie di pappagalli) e insospettate (i granchi di fiume nel Foro di Traiano).
Ricca di citazioni di animali inurbati anche in letteratura (dalle zanzare cacciate da Tomaso Landolfi al gabbiano intervistato da Primo Levi, dal piccione comunale di Italo Calvino alle epistole entomologiche di Gozzano), la disamina è occasione per introdurre ulteriori temi e concetti, come tassonomie (spiegando il complesso mondo delle formiche), adattamento e coevoluzione, mutualismo e biologia della conservazione, rapporti e possibili sinergie tra agricoltura e biodiversità.
Ricordandoci come noi “siamo le nostre relazioni con la comunità ecologica in cui viviamo”, il richiamo è al coinvolgimento, anche individuale a farci volontari di esperienze dirette della natura … in città.
A praticare, guida alla mano, una biofilia urbana per città biodiverse. Dove promuovendo e presidiando reti ecologiche, anche di piccoli spazi per i nostri invisibili animali di città, la frammentazione degli habitat possa tradursi in arcipelaghi di opportunità, tanti ambienti diversi di incontro e diversa considerazione.
Marco Granata, Bestiario invisibile. Guida agli animali delle nostre città, Il Saggiatore, pp. 318, € 22,00, recensito da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica XII, 22, Supplemento de Il Manifesto del 29 maggio 2022