Muovendo sulla scia del rinnovamento delle scienze pedagogiche a cavallo dell’800, da Johann Heinrich Pestalozzi a Friedrich Fröbel e dell’importanza di integrare le attività manuali tra gli insegnamenti dedicati ai bambini, nonché delle indicazioni del poliedrico Patrick Geddes, biologo, sociologo e pioniere dell’urbanistica, a favore dell’introduzione dei giardini nelle scuole dell’infanzia, con l’inizio del nuovo secolo l’istitutrice e pedagogista Lucy R. Latter si spinge oltre. Nel suo volume del 1906, riedito ora dalle Edizioni Pendragon e intitolato a Il giardinaggio insegnato ai bambini (pp. 126, € 15,00), propone come l’osservazione della natura e la relativa confidenza che si acquisisce tramite il giardinaggio possano non solo essere parte integrante delle occupazioni scolastiche ma diventarne fulcro.
Snodo per catturare l’attenzione e attivare la concentrazione, come pure lo sviluppo di abilità e sensibilità, dalle conoscenze tecniche al rispetto delle forme di vita, il giardino scolastico consente di ricollegarsi volta a volta a tutti gli altri oggetti e lavori trattati nel corso dell’anno nel chiuso delle alule.
Sorta di testimonianza di una diretta, pluriennale esperienza, nel confronto con le colleghe, e delle relative difficoltà nella ricerca di consenso istituzionale e finanziamenti, il volume articola programmaticamente il pensiero della Latter tra schemi didattici e planimetrie di impianto, descrivendo come disporre i lotti per l’orto e i fiori, poi affidati a gruppi o coppie di bambini (con la predilezione di genere del trarne cibo, riservata alle bambine), come avviare la messa a dimora di semi, bulbi e rizomi, per poi apprendere la capacità di aspettare e osservare, fino alla frenesia ordinata nella rotazione delle raccolte.
Ma l’apprendistato della lezione della natura nel giardino a scuola – da integrarsi con le visite ai parchi – procura ulteriori, infinite quantità di materiali e spunti per altre attività didattiche. Procedendo per affinità e distinzioni, dal bocciolo del narciso all’analisi del suo poetico nome, dalla descrizione di forma, colore, grandezza e venature delle foglie nel loro crescere e disfarsi, e poi così, indagando per comparazione altre piante che sian parenti. Fino allo studio di misure, pesi, valori, alle relazioni tra le diverse forme di vita – un’intera sessione dedicata ai lombrichi, alle loro abitudini, alle loro irrinunciabili utilità –, alle diverse temporalità – quella accelerata delle piante annuali, quelle delle stagioni che intrecciano cicli vitali e cicli scolastici
Il volume propone esempi di tracce di lezioni che indicano e recensiscono poi, per le diverse classi, il prodursi di compiti, lavori, giochi, illustrazioni, con corredo di poesie, canti, lavori con la carta o con la sabbia. Calendari e suggerimenti puntuali di temi da approfondire: l’acqua e le sue forme, il sole e le sue funzioni, le nuvole, l’ombra, l’arcobaleno e la meridiana, il suolo e il brulicare di vita che, a saperci guardar bene, ospita, l’aria in movimento che è il vento che semina e rinnova
Anche in Italia la messa a punto di queste esperienze non mancherà di riverberarsi. Come nel metodo adottato nelle scuole rurali gratuite istituite in Umbria per i figli dei contadini da Alice Hallgarten sostenuta dal marito, senatore Leopoldo Franchetti, promotori peraltro della traduzione dall’inglese, allora, proprio del volume della Latter, come poi l’anno dopo, nel 1909, dell’edizione del metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei bambini di Maria Montessori.
Se la vita in giardino è un laboratorio dove, annotando fenomeni e ricorsività nel calendario didattico di lavoro, ci si inoltra dal visibile all’invisibile per via di strategie interdisciplinari che nella socialità del lavorare in comune, giocando, incrociano fin anche educazione alimentare e civismo della collaborazione, sempre occorre tenere bene a mente il sottostante circuito di reciprocità. Così, nella prefazione all’edizione inglese del libro della Latter (oggi non riproposta), suggerisce Geddes, ricordando come “il bambino che nel lavoro in giardino opera nella finzione e nel gioco, è dunque un vero drammaturgo in azione, dal quale gli aspiranti educatori han molto da imparare prima di poter adeguatamente insegnare”.
Lucy R. Latter, Il giardinaggio insegnato ai bambini, Edizioni Pendragon, pp. 126, € 15,00, recensito da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica XI, 36, Supplemento de Il Manifesto del 26 settembre 2021