Procede per intendimenti e predilezioni questa autobiografia per interposto giardiniere scritta da Giorgio Rolando Perino ora sulla pagina e prima, in lunghi decenni, sul crinale scosceso dov’è affacciato, rivolto a sud sulla valle, eppure tutto in sé compreso, Il Giardino Gaudente (Editris Duemila, pp. 142, € 12.00).
Una continua dichiarazione di poetica che si dispiega negli anni e che sempre dura, precipitando ogni volta in un corpo a corpo di episodi, temi, stacchi, riprese.
Per frammenti e dettagli di un complessivo fluire ecco susseguirsi nel racconto e stratificarsi assieme verticalità d’alberi e arbusti da correlarsi al pendio, reinterpretando il classico giardino formale in una frana di scomposti bossi topiati, percorsi immaginati sempre per come al vice versa disvelano diverse prospettive, sentieri interrotti, svolte, alternanza teatrale di luci e ombre in un proscenio naturale pure negato dal trasparire soltanto di ben precisi scorci di paesaggio. Oltre la galleria della doppia fila di noccioli (unica, illusionistica concessione alla geometria) è un succedersi di piccoli spazi raccolti, con fogliami vaporosi e nuvole di rampicanti, segni circolari, panche diverse per carattere e materiali, per guardare e da guardare, multiformi usi dell’acqua, riusi – di materiali, fossili di conchiglie, scarti ripensati in artificio sui tempi lunghi delle modificazioni, citazioni di ruderi, ninfei –, cascate d’erba che si piegano in discesa, erbe spontanee, specie rustiche, ma anche licenze, come nel giardino dei fiori di vetro.
Nell’irriducibile tensione tra misura razionale di tutto proporzionare e, in giardino, misurare (anche il tempo), regole in divenire, continua reinvenzione per via d’immaginazione, nel giardino Gaudente convergono ricordi dell’infanzia forse sognati, esperienze professionali, echi di viaggi, paesaggi lontani, giardini “di formazione”, spazi irrisolti, per idee ancora mai, fin’ora almeno, realizzate.
Giorgio Rolando Perino, Il Giardino Gaudente, Editris Duemila, pp. 142, € 12.00, recensito da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica X, 41, Supplemento de Il Manifesto dell’18 ottobre 2020