Da soli o in ideale condivisione, viaggiar per giardini significa volgersi all’indirizzo di irripetibili microcosmi. Unici ogni volta. In sé, e per il modo in cui si fissano nell’esperienza che ne facciamo visitandoli, seppur brevemente.
In lenti viaggi di avvicinamento, per via di giardini ci trasferiamo in contesti, paesaggi, storie.
Finalmente al termine di lunghe, spesso strettissime strade della campagna inglese dove gli alberi si intrecciano come volte di cattedrali, o all’ombra improvvisa di una tagliata tra gli assolati paesaggi meridionali. In una trama fitta di itinerari, appuntamenti, orari di apertura, incrociamo il processo creativo che li ha generati e assieme l’opportunità di risalire stratigrafie di interventi progettuali, emozioni, immaginari.
Che si tratti di universi dove in modi sempre differenti amore per le piante e intenzioni compositive prendono forma, sia che procedano in dimensione intima o che rispondano invece a istanze di pubblica rappresentazione, ogni volta l’esperienza della visita di un giardino richiama un caleidoscopio di suggestioni dove metter ordine è comunque un arbitrio, mentre evocare e trasmettere l’emozione di quell’incontro è un’abilità rara che può partire soltanto da un contagio.
Ed è quanto con grande efficacia e competenza riesce alla girovaga del verde – per curiosità e molteplicità di attitudini – Laura Pirovano nel suo Giardini in viaggio. Ritratti di settanta e più giardini, Editore Libreria della Natura, pp. 437, € 28.00, disponibile anche tramite il sito libreriadellanatura.com. Dove l’autrice propone un suo personale catalogo dei giardini del cuore e assieme un utile strumento di orientamento che inquadra ognuno degli oltre settanta raccontati con sostanziali indicazioni di tipo storico formale, offrendo per ciascuno una proposta di visione in soggettiva che si avvale anche del ricco apparato fotografico, dove, come raramente avviene, una speciale attenzione è riservata alle piante, nonché evidenziando ogni volta uno spunto o una speciale soluzione progettuale o botanica.
L’abilità nella restituzione sta anche nel tessere un filo tra ambiti e temi.
Dal giardino come laboratorio di sperimentazione botanica a quello degli autodidatti dello spettinato Jardin Plume in Normandia. Dalle rivisitazioni dei giardini medievali all’India di Chandigarh, dalle commistioni di giardini, incroci, trasmigrazioni, innesti, a quelli d’Oriente e alle loro riletture. Ai giardini dei grandi maestri – la lezione sperimentale degli show gardens dagli Anni 20 di Mien Ruys, l’antigiardino di Priona con il suo pollaio in topiaria, il giardino in armonia con l’ambiente di Beth Chatto, fino al segno inconfondibile di Porcinai in Villa Ottolenghi o nel Memoriale per Enrico Mattei o ancora nel variar delle acque in quello per la principessa Diana realizzato da Kathryn Gustafson a Hyde Park.
Dal classico della topiaria in gradazione cromatica di Levens Hall, nel Distretto dei laghi, al capitolo degli orti botanici, ai giardini ecosistema del Dominio di Rayol in Costa azzurra, al meraviglioso arboreto di Kalmthout in Belgio, ai giardini degli spazi pubblici, le passeggiate in quota delle dismesse ferrovie sopraelevate di Parigi o New York, fino al tema – caro all’autrice – della relazione tra arte e giardini, nelle declinazioni dei giardini d’artista, di quelli dei musei o dei parchi di scultura.
Stazioni tutte di un’ideale galleria di ritratti dove la messa in sequenza dei singoli giardini ne restituisce in prospettiva analogie e tratti salienti.
Laura Pirovano, Giardini in viaggio. Ritratti di settanta e più giardini, Editore Libreria della Natura, pp. 437, € 28.00, disponibile anche tramite il sito libreriadellanatura.com, recensito da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica IX, 50, Supplemento de Il Manifesto del 22 dicembre 2019