Se elemento distintivo delle tante forme in cui si incarna l’idea di giardino mediterraneo è la varietà e la vitalità delle specie vegetali nel loro intessere elaborate relazioni con acqua e clima, fatte di specifiche forme, colori essenziali, oli volatili, resta però determinante la funzione produttiva, delle specie privilegiate e, culturalmente, per via di elaborata naturalezza, della ricreazione dei sensi.
Non è un caso dunque che la seconda edizione della biennale Radicepura, il festival di giardini dedicato al paesaggio mediterraneo appena inaugurato in Sicilia, a Giarre, sia intitolata quest’anno ai Giardini produttivi. In un’accezione ampia che – dai frutti all’ossigeno restituito, passando per profumi, riflessioni, sensazioni, invenzioni – include utilità, piacere estetico, benessere interiore, socialità condivise.
Qui, ai piedi dell’Etna nel parco botanico e di ricerca della famiglia dei Faro, vivaisti da generazioni, sarà possibile fino all’autunno visitare quattordici giardini appositamente realizzati nonché, in contaminazione di linguaggi, sempre a partire dalle piante, installazioni d’artista nel quadro di un programma di residenze che quest’anno vedrà gli interventi di Renato Leotta e Adrian Paci.
Due i giardini di maggior dimensione (300mq) realizzati per il festival da figure di spicco.Se Home ground, il giardino per aforismi di Antonio Perazzi sviluppa un ambiente “capace di dare forma e prendere la forma delle piante”, con Layers Andy Sturgeon replica plasticamente per diaframmi-parete una sorta di coevoluzione con l’anatomia vegetale che ci nutre.
Sulle diverse declinazioni del tema prescelto, altri dieci giardini distribuiti nel parco raccontano lo sguardo dei giovani paesaggisti selezionati da una giuria presieduta da Sarah Eberle e Mario Faro, con la direzione artistica di Pablo Georgieff.
Nel formato del festival, fino al 27 ottobre verranno inoltre proposti incontri, dibattiti, presentazioni, passeggiate botaniche, interventi di artisti, appuntamenti musicali, classi di fotografia dedicata e workshop di progettazione, nonché, dal 27 luglio al 3 agosto, una Summer School aperta a 30 studenti che saranno selezionati tramite un bando già disponibile sul sito della manifestazione.
Come ci precisa Pablo Georgieff – artista, paesaggista e fondatore del collettivo Colocò che da anni si occupa di giardini come spazi sociali, nonché autore del recente La poetica della zappa. L’arte collettiva di coltivare giardini, per l’editore DeriveApprodi – Radicepura nasce come una piattaforma sperimentale di incrocio di culture, immaginari, sensibilità e competenze. Insistendo su come, per questa edizione, “l’origine del giardino è la produzione. Anche i nostri giardini ornamentali oggi non potrebbero sopravvivere senza l’attività di giardinieri, paesaggisti, vivai e di tutti i mestieri che rendono possibile la loro esistenza. Perché è la conoscenza delle esigenze, dei ritmi di ogni pianta l’arte produttiva del giardiniere.
Andrea Di Salvo da, Il Manifesto, Venerdì 7 giugno 2019, Culture, p. 15